Quando si parla di salute e benessere è ormai risaputo attribuire la causa più importante agli alimenti di cui ci nutriamo; Istintivamente cerchiamo un riequilibrio, o delle soluzioni, riferendoci principalmente alle categorie del cibo o al calcolo ossessivo delle quantità ingerite; per carità, importante il criterio ma è ancora più importante analizzare la qualità dei singoli alimenti e la reazione soggettiva dell’organismo che li assume.
Ogni persona ha le proprie caratteristiche che la differenzia dalle altre comprendendo la genetica, il gruppo sanguigno, l’impronta strutturale conseguente anche dalle proprie attività, il temperamento, il metabolismo, le abitudini ecc.
Difficilmente possiamo giudicare un valido rimedio l’abitudine del consumo di prodotti etichettati come salutari o dietetici se poi sono imbottiti di conservanti, con micronutrienti dispersi, o “smembrati” da sistemi a microonde, o importati da paesi le cui caratteristiche territoriali non sono in linea con le nostre esigenze.
La MADRE TERRA sa come nutrirci esattamente al posto giusto nel modo giusto e, anche se ci affascinano notizie di luoghi che vantano di persone in salute ultracentenarie, dobbiamo sempre considerare la differenza fisica e genetica che distingue tutti gli esseri viventi tra loro caratterizzate dal luogo di provenienza, cosi il punto forte diventa proprio poter produrre prodotti alimentari originali del proprio posto.
Possiamo temporaneamente anche compensare con dei nutrienti importati ma il nostro organismo reclama prevalentemente la PROPRIA MADRE TERRA!!
I giochetti economici delle aziende hanno fatto in modo da plagiarci in acquisti di prodotti alimentari forniti dalle multinazionali (e non solo i prodotti tipici di altre zone ma anche gli stessi alimenti che possiamo trovare nel nostro territorio), oltre al marketing accattivante riescono a farci scegliere gli stessi prodotti importati grazie all’organizzazione di contesti pratici (come il tutto insieme nei supermercati) ed a prezzi più bassi; Ma il problema sta sempre nella qualità… se prendiamo ad esempio il grano importato dall’America, che viaggia nelle stive delle navi, dato il lungo tragitto richiede una doppia dose di conservanti composti in genere a base di glutine, e da qui si apre un grande capitolo che riguarda molto la diffusione delle intolleranze e la compromissione del nostro terreno allergico.
Questo è solo il primo di una serie di problemi che potremo approfondire singolarmente più avanti ma in conclusione è importante valorizzare ed incrementare il consumo dei prodotti biologici a chilometro zero se vogliamo evitare problemi metabolici e altre patologie, anche gravi, causate dall’assenza dei micronutrienti che riscontriamo nel contesto dei prodotti importati bombardati da grosse quantità di conservanti.
Nino Pipitò