Descrizione
I Borboni avevano conservato il loro regno integro; i piemontesi, che avevano invaso un Regno senza dichiarazione di guerra, trovarono oro e denaro, saccheggiarono tutto quello che c’era da saccheggiare, massacrarono intere popolazioni, misero a ferro e fuoco il Sud per dieci anni, lo impoverirono, trasferendo tutte le sue ricchezze nel Piemonte.
Francesco II, partendo da Gaeta il 14 febbraio 1861, disse al comandante Vincenzo Criscuolo: «Vincenzino, i napoletani non hanno voluto giudicarmi a ragion veduta; io, però ho la coscienza di avere fatto sempre il mio dovere, I Savoia non lasceranno ai meridionali neppure gli occhi per piangere”.
Mai parole furono così vere!
Dal 1860 al 1870 i Savoia riuscirono a depredare tutto quello che c’era da prendere, svuotarono le casse dei comuni, quelle delle banche, quelle dei poveri contadini, quelle delle comunità religiose, dei conventi; saccheggiarono le chiese e le campagne; smontarono i macchinari delle fabbriche per montarli al nord; rubarono opere d’arte, quadri, statue, trasformarono I massoni in mafiosi che appoggiarono Garibaldi e sostennero i Savoia. Trattando con il potere del nuovo stato nato con l’unità d’Italia, s’inserirono nelle istituzioni. Questa trattativa/complicità tra Stato e mafia non è mai stata interrotta, tranne il breve periodo 1930 /1940, in cui non vi fu nessun omicidio grazie al prefetto Mori. Salvo poi a risorgere, prepotentemente con lo sbarco in Sicilia degli alleati nel 1943, che la mafia appoggio. Con il loro referente Lucy Luciano.
Questo potere trasversale, che attraverso i partiti governa ancora oggi, non permetterà mai al meridione di risorgere.
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Emilio Aldo Maglie è nato a Palermo di padre pugliese e madre messinese il 20 luglio 1947, La sua indole vagabonda, finite le scuole, l’ha portato a vivere il “68” in giro per l’Europa. Ritornato a Messina, appassionato di storia e di archeologia.